

Grazie ad Andrea Pellegrino e L'Ora della Sera

Mondate i fiori di zucca eliminando parte del gambo e i pistilli, facendo attenzione a non rompere i petali. Se possibile utilizzate dei fiori piuttosto grandi, in questo modo sarà più semplice riempirli.
1
Amalgamate alla ricotta il parmigiano grattugiato, la scorza di un limone grattugiata, sale e pepe. Dovrete ottenere un composto compatto altrimenti fuoriuscirà durante la frittura, è importante che la ricotta utilizzata sia ben scolata e asciutta.
2
Riempite i fiori con il composto di ricotta quindi avvolgete delicatamente la parte superiore dei petali in modo da racchiudere il ripieno all’interno del fiore.
3
Preparate la pastella mescolando in un recipiente la birra fredda con la farina. La pastella dovrà risultare coprente ma non troppo densa; se necessario aggiungete ancora un po' di birra.
4
Passate, uno alla volta, i fiori ripieni nella pastella e subito nell’olio caldo a 180°C. Metteteli a friggere immergendoli prima dalla parte delle punte in modo da sigillare la pastella e trattenere il ripieno. Mantenete una temperatura dell’olio costante e lasciate dorare i fiori girandoli di tanto in tanto. Occorreranno circa 1-2 minuti di cottura.
5
Scolate i fiori fritti su carta assorbente e conditeli con qualche pizzico di sale prima di servire.
Alegrìa
presenta: “VAGINA STORIES. Non è un libro del cazzo”
- “… qui, ancora una volta, il “secondo sesso” come scriveva
ironicamente Simone de Beauvoir, si riprende la scena e tiene banco, con
l’obiettivo di non tacere più. Vagine di tutto il mondo, unitevi!"- Con
una citazione dalla prefazione di Viola Ardone, Alegrìa è lieta di presentare
la nuova avventura editoriale di “VAGINA STORIES. Non è un libro del cazzo”,
una raccolta di 22 monologhi scritti da 20 donne e 2 uomini.
- L’idea nasce da Giulia Conte, già regista dello spettacolo
teatrale Alcuni monologhi Sulla vagina portato in scena a marzo 2025; il
riferimento al mitico I monologhi della vagina di Eve Ensler è palese, ma
l’obiettivo della regista, attrice e curatrice della raccolta è stato chiaro
sin da subito “I monologhi della Ensler sono stati un punto di partenza ma, per
quanto, ahimè, ancora attuali, rappresentano comunque la realtà americana che
viveva l’autrice, mentre con i nostri monologhi cercheremo di offrire alcuni
spunti di riflessione più …nostrani, diciamo così!”
- VAGINA STORIES. Non è un libro del cazzo, di AA VV a cura di Giulia Conte, con la prefazione di
Viola Ardone e il progetto fotografico di Elisabetta Fernanda Cartiere “Mea
Vulva, Mea Maxima Vulva” visionabile tramite un QR code presente nel libro,
edito da Utòpia Edizioni, al di là del titolo provocante, offre uno spaccato di
argomenti, problematiche e riflessioni sui quali soffermarsi. La squadra che ha
curato la raccolta e, in primis, Giulia Conte, ideatrice del progetto, ci
tengono a sottolineare quanto sia stato per loro importante lasciare
un’assoluta libertà alle donne su come volessero comporre il loro “monologo
della vagina”
- Tenendo conto che l’età anagrafica delle autrici va dai 25
ai 67 anni la raccolta rappresenta anche un mini sondaggio sulle tematiche che
le donne evidentemente ritengono necessarie esternare, alcune riflessioni,
anche scomode, a tal proposito, infatti, si rendono necessarie valutando, più
che la presenza, l’assenza di argomenti che tanti darebbero per scontati in un
libro sull’argomento in oggetto. In VAGINA STORIES il corpo si prende la parola
decidendo lui cosa dire, cosa far venire fuori, senza veli, senza filtri, senza
cliché.